Quando osserviamo, nel presente e nella storia, il comportamento della burocrazia riusciamo a comprendere che essa è sorda ad ogni possibilità di espansione del pensiero. E che, fingendo di tutelare la popolazione, accredita solo il proprio ruolo, espandendolo all’infinito. E’ una storia a lieto fine, però, quella dello squalo Headington una scultura sul tetto situata al numero 2 di New High Street, Headington, Oxford, Inghilterra. A lieto fine, pensiamo, perchè l’Inghilterra è un Paese liberale e perchè lo squalo sul tetto suscitò dibattiti culturali, prese di posizione ed ebbe il sostegno di chi lesse – correttamente – l’opera come una surreale denuncia contro i disastri delle guerre e del nucleare. Oggi la casa – dal 2018 gestita come pensione AirBnB – è meta di turisti e, soprattutto, uno dei grandi punti di riferimento scenografici per chi ama scattare selfie eloquenti.
Lo squalo apparve senza preannunci né carte bollate il 9 agosto 1986. L’opera fu disegnata e progettata sotto gli aspetti dell’allestimento dallo scultore John Buckley e costruita da Anton Castiau, un falegname locale, amico di Buckley, il proprietario di casa. Buckley, estroverso e creativo presentatore radiofonico di un’emittente locale, aveva avuto quell’idea dopo il disastro di Chernobyl che dimostrava, a tutta l’Europa, quanto il Male potesse abbattersi su ogni singola casa, su ogni persona. Il profitto estremo, conseguito senza un valore morale, porta solo alle guerre e ai disastri. La scultura venne eretta nel 41° anniversario dello sgancio della bomba atomica su Nagasaki. L’opera – realizzata in fibra di vetro – pesa 200 chili, è alta 7,6 metri. Heine ha detto “Lo squalo voleva esprimere il sentimento di chi si sente totalmente impotente di fronte ai disastri della storia. Al tempo stesso essa dice qualcosa sull’energia nucleare, su Chernobyl e Nagasaki”.
Naturalmente, come dicevamo, l’installazione della scultura creò problemi al proprietario, al quale fu ingiunta, da parte dell’autorità locale, la rimozione dello squalo . Il Comune di Oxford cercò di far abbattere la scultura per motivi di sicurezza e per la mancata richiesta di una licenza edilizia. Ma attorno allo squalo si creò un attivo e ampio gruppo di sostenitori. Alla fine la questione fu portata al governo centrale, dove Tony Baldry, ministro dell’Ambiente, nel 1992 stabilì che lo squalo avrebbe potuto restare dov’era, considerato il fatto che esso non creava danni sotto il profilo paesistico.
Nel video, entriamo nella casa dello squalo sul tetto