Nel vasto panorama dell’arte, talvolta si nascondono segreti intriganti, aspetti nascosti che rendono ancora più affascinanti certe opere. Uno di questi segreti è stato rivelato grazie a un ritratto eccezionale del 1837, intitolato “Bélizaire e i Figli di Frey”, attribuito al pittore francese Jacques Amans e presentato, in questi giorni, tra le nuove, importanti acquisizioni del Met di New York. Quest’opera, al di là della sua bellezza estetica, cela una storia straordinaria che ha attirato l’attenzione di studiosi, appassionati d’arte e storici.
Quello che inizialmente sembrava un ritratto comune di una famiglia benestante del XIX secolo – vediamo l’immagine, qui sopra, prima della pulitura e del restauro – ha nascosto, per più di 100 anni, un mistero. Nel cuore dell’opera, tra i giovani membri della famiglia Frey, era originariamente presente un giovane schiavo di nome Bélizaire. La sua figura era alla nostra destra, accanto all’albero.
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La sua immagine fu deliberatamente cancellata 80 anni dopo, circa. Venne fatta rimuovere dalla composizione da un membro della stessa famiglia Frey stessa, agli albori del XX secolo. Questa “cancellatura” aveva nascosto un aspetto cruciale della storia raffigurata, annullando la presenza e l’importanza di Bélizaire nella vita dei Frey.
La cancellazione era però avvenuta con una sovrapposizione di colore alla figura del ragazzo e con la creazione di parte del paesaggio, con il quale si è andata a coprire la figura. Ma i colori ad olio, quando sono asciutti, sopravvivono sottopelle anche se, sopra di essi, vengono stese altre mani di pittura, con il fine di nascondere un particolare del dipinto. Così è bastato un solvente per recuperare la figura sottostante. La ridipintura è stata rimossa e il ragazzino è riapparso in tutto il suo splendore. Eccolo.
La riscoperta dell’immagine di Bélizaire ha suscitato meraviglia e ammirazione, ma ha anche dato il via a una profonda riflessione sulla sua identità e sul ruolo che la popolazione di origine africana ha svolto nella storia americana. Questo ritratto, oltre ad essere un’opera d’arte di grande valore, è diventato un simbolo di un periodo oscuro e complesso, un ricordo tangibile delle ingiustizie di cui furono oggetto gli schiavi, ma anche degli straordinari – e rari, purtroppo – episodi di affetto e di integrazione.
Il ragazzino di colore – com’è evidente in questo dipinto, realizzato attorno al 1837 – ha un ruolo straordinario, nell’economia dell’opera, divenendo una sorta di elegante nume tutelare dei bambini, che stanno seduti lì sotto, davanti a lui, che si atteggia come un istitutore o come un fratello maggiore.
Una persona della servitù trattata e considerata come i figli del padrone. Il quadro lo racconta in modo evidente ed esplicito. Certo, non possiamo conoscere tutti i retroscena della vicenda. Ad esempio: è possibile che Bélizaire fosse figlio illegittimo del proprietario e di una donna di colore che poi diventò la cuoca della famiglia. Egli, infatti, ha un naso sottile, quanto le labbra. Ciò indurrebbe a pensare che fosse figlio di un bianco e di una donna di colore. Osserviamolo bene, in tal senso, qui sotto. Bélizaire era il fratello maggiore di questi bambini?
Comunque sia, l’importanza del ragazzino, per questo nucleo familiare, doveva essere notevole. Quando i coniugi Frey chiamarono, nella propria casa americana, il pittore francese Jacques Amans a dipingere il quadro, Bélizaire fu fatto posare con abiti da piccolo lord, con un’espressione intensa e trasognata, al contempo. Un’atmosfera da vecchio Sud, che ricorda quelle contestate, ma reali – per quanto rare – di “Via col vento”.
La storia di Bélizaire non si limita al flash dell’opera d’arte stessa. Grazie agli sforzi del collezionista Jeremy K. Simien e alla ricerca dello storico Katy Morlas Shannon, si è potuta ricostruire una parte del puzzle sulla vita di questo giovane schiavo.
Nato nel 1822, Bélizaire era stato acquistato dalla famiglia Frey quando aveva appena sei anni, insieme a sua madre, che sarebbe diventa la cuoca di casa. Fu probabilmente amato e vezzeggiato. Probabilmente ricevette un’educazione da classe dirigente e fu dotato di un ottimo guardaroba. Dopo essere stato ritratto nel dipinto, arrivarono i tempi bui. Il proprietario di casa morì e la famiglia subì notevoli dissesti economici. Si susseguono morti e crisi finanziarie. Probabilmente Belizaire perse la protezione dei Frey e, a causa del colore della sua pelle, finì in una piantagione di cotone.
La risonanza di “Bélizaire and the Frey Children” va oltre l’ambito artistico. Questo dipinto rappresenta il “primo ritratto naturalistico di un soggetto nero in un paesaggio del Sud” all’interno dell’American Wing del Metropolitan Museum.