L’amore non è bello senza occhi a mandorla

L’arte e l’esotico. Quando il pittore si trova di fronte genti sconosciute, finisce per dividersi tra timore e stupore, tra prudente rifugio nello stereotipo ed entusiastica adesione alle inedite opportunità che si profilano all’orizzonte creativo


di Enrico Giustacchini

[Q]uello degli “occhi a mandorla” è stato uno dei grandi miti del Gotico. Ma qui l’Oriente non c’entra. “Non siamo di fronte a un tratto somatico con connotazioni razziali, ma a un’invenzione deliberata e codificata” ricorda Francesca Pellegrino dalle pagine dell’accattivante Geografia e viaggi immaginari (Electa, Dizionari dell’Arte).

“L’occhio lungo è un elemento di fascino ed eleganza suadente che è poi tornato nella cosmesi anche recentissima. E lo sguardo femminile nella cultura cortese era fondamentale veicolo d’Amore”. Durante il Gotico, il bistro veniva collocato all’egizia, per rendere gli occhi lumghissimi e grandi. E poichè il trucco era utilizzato soprattutto in pubblico e durante gli incontri galanti, questi occhi ampi e lunghi erano divenuti lo sguardo dell’amore. Per questo Maria compartecipa alla visione del tempo, con occhi truccati, lunghissimi, che interpretano il profondo amore per il Bambino.Con il Rinascimento, invece, l’occhio a mandorla sparisce, travolto dai nuovi dettami estetici di classicità e proporzione.

Ambrogio Lorenzetti, Madonna del latte. Da notare che gli occhi della Vergine sono a mandorla, mentre quelli del Bimbo sono tondeggianti, a conferma che l’occhio lungo era considerato nella cultura gotica una virtù estetica prevalentemente femminile
Ambrogio Lorenzetti, Madonna del latte. Da notare che gli occhi della Vergine sono a mandorla, mentre quelli del Bimbo sono tondeggianti, a conferma che l’occhio lungo era considerato nella cultura gotica una virtù estetica prevalentemente femminile
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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa