di Gualtiero Marchesi
[A]lberto Burri è un artista che amo in modo particolare. Le opere mi hanno folgorato, ed alcune di esse hanno ispirato il piatto che ho creato per questo numero di Stile.
Alla stregua del maestro di Città di Castello, sono ricorso alla fiamma ossidrica – quella che utilizzo, in genere, per la preparazione della crème brûlé – per eseguire la mia “combustione” tutt’attorno al bianco dell’uovo, preliminarmente cotto a bassa temperatura e quindi offertosi in assoluto candore alla violazione del fuoco.
L’esito, con le sue modificazioni cromatiche e formali, è stato da me ribattezzato – con dedica sorridente e affettuosa – Uovo al Burri. E come avrebbe potuto essere diversamente?