"Al microscopio si può vedere la tipica lucentezza dovuta al tenere e spostare i pezzi", ha spiegato la dott.ssa Flavia Venditti (Università di Tubinga). Oltre al pezzo degli scacchi sono stati ritrovati quattro pezzi da gioco a forma di fiore e un dado con sei occhi. Erano scolpiti dalle corna.
L'unicorno era infatti considerato un animale sessualmente focoso, basilarmente intemperante nei confronti dei propri desideri sessuali. I suoi massimi appetiti si riteneva che fossero suscitati dalle ragazze, al punto che, nell'antichità si pensava che potesse essere catturando, lasciando come esca, nel bosco o in una radura, una vergine, cioè una donzella. L'immagine può essere ben compresa nella bruciante definizione che ne dà Leonardo da Vinci, all'interno degli scritti dedicati alla funzione simbolica degli animali
Scendendo dalle pendici, immediatamente sotto il cavallo bianco, si rileva la presenza di una collinetta, la Dragon Hill - la collina del drago - un rilievo di roccia calcarea, con la cima appiattita dall'intervento dell'uomo. Secondo la leggenda, qui San Giorgio uccise il drago e la forma circolare della pietra calcarea sarebbe la grande macchia lasciata dal corpo del drago stesso
La lunga permanenza sul dorso dei cavalli aveva modificato, attraverso posture assunte - probabilmente - fin dalla giovane età, l'assetto osteologico, creando quella che è conosciuta come "sindrome da equitazione", con deformazione delle ossa delle gambe e dell'anca. Questi individui dovevano avere pertanto quella "camminata da cow boy", enfatizzata dalla filmografia americana del secolo scorso. Il team, dell'Università di Helsinki e dell'Hartwick College di New York, ha tratto le proprie conclusioni dopo aver studiato oltre "200 individui Yamnaya" risalenti all'inizio dell'età del bronzo. Lo studio è stato pubblicato su Science Advances
Il ruolo politico delle donne nel Medioevo portava a contemperare le decisioni drastiche e irrazionali dei mariti. La scelta della diplomazia rispetto allo scontro frontale delle armi. Un'icona di proto-femminismo, intensa e sensuale
"Era l'ultimo campo del fine settimana ed era stato arato pesantemente, quindi non avevo molte speranze di trovare qualcosa. Puoi immaginare la mia sorpresa quando il mio rilevatore ha iniziato a ronzare. Circa otto pollici più giù ho trovato qualcosa incrostato nel fango. All'inizio ho pensato che fosse un pezzo di un vecchio letto di metallo, ma mentre l'ho pulito. Eccola lì: una spilla di cavallo. Stavo tremando. Ho già trovato cose come monete, ma mai niente di simile . Assolutamente fantastico!"
La sua poetica è caratterizzata in parte dal sogno di sé come eroina, in grado di placare le forze brute della natura e, dall'altra, delle contraddizioni tra cultura e cervello primitivo dell'umanità, ancora dominato da un violento piano istintuale. Sotto il profilo semantico, possiamo notare la caratterizzazione dei comportamenti pulsionali. Il cavallo-donna è la madre, la cura amorevole, l'affetto, la difesa. L'orso è l'insidia del maschio e della violenza, il gatto è il cucciolo. L'alligatore è molto spesso la comunità, la famiglia, il giudizio degli altri. Addentriamoci in questa foresta di simboli, che l'autrice rende con un registro figurativo post-surrealista, con riprese e citazioni di suggestioni da parte di alcuni autori del passato remoto, quali Goya
Quattromila anni possono sembrare molti ma sono un battito di ciglia se rapportati ai 4 milioni e più di anni di storia del genere Equus, che ha dato origine a tutti i cavalli contemporanei, agli asini e alle zebre. Risale a circa 700 mila anni fa il genoma del più antico cavallo che sia stato finora sequenziato. Si tratta di un Equus lambei, le cui ossa sono state rinvenute nel terreno perennemente ghiacciato del territorio canadese dello Yukon. Tra i 40 e i 50 mila anni fa, si colloca la comparsa del cavallo domestico (Equus caballus) di oggi si contano circa 400 razze diverse, con specialità di ogni tipo, dal traino alla corsa
Ha esposto i suoi primi quadri nel 1887, e ha raggiunto lo status di specialista nei racconti pittorici del vecchio West e della vita della cavalleria americana. I suoi dipinti, i bozzetti in bianco e nero - che tanto avrebbero influenzato il mondo del fumetto - e le sculture da lui plasmate e fuse, poi in bronzo, lo resero ricco e famoso
Lo studioso toscano ha reperito e acquisito una copia fresca ed integra dalla battaglia di Anghiari di Pierre Nolasque Bergeret, precursore francese dell’arte litografica. La stampa realizzata dal Bergeret, più unica che rara, stante che non esiste nel catalogo online del Louvre, British Museum, Albertina e Istituto Nazionale della Grafica, mostra una parte perduta nei rifacimenti e nelle copie successive, ma ripresa in alcuni casi, anche in scultura. Ecco la ricostruzione di ciò che è stato perduto e ritrovato