Una questione di sangue. Nuove scoperte sui Neanderthal. Perché matrimoni mortali? E i rapporti intimi con i nostri antenati? E i frutti di quegli amori? Tante risposte in un nuovo studio

La scomparsa dei Neanderthal circa 40.000 anni fa è una delle grandi domande irrisolte dell’antropologia. Numerosi fattori sono stati ipotizzati per spiegare questa estinzione, tra cui cambiamenti climatici, competizione con Homo sapiens e malattie. Uno studio guidato da Mazières – pubblicato in questi giorni da Nature – ha proposto un nuovo elemento potenzialmente significativo: l’incompatibilità Rh nelle gravidanze interspecie tra Neanderthal e Homo sapiens o Denisova. Questa condizione avrebbe potuto causare alti tassi di mortalità neonatale, contribuendo al declino delle popolazioni neanderthaliane. Quindi fu l’isolamento genetico una delle concause della fine di questo gruppo umano. Le unioni tra Sapiens e Neanderthal vi furono – e noi abbiamo un patrimonio genetico Neanderthal pari all’ 1-2 per cento – ma non furono, in genere, unioni fortunate per la prole, poiché probabilmente la maggior parte dei bambini moriva. La competizione con i sapiens, la riduzione delle aree di caccia e il progressivo isolamento dei Neanderthal oltre che – forse – situazioni epidemiche importante dai nostri antenati Sapiens portarono all’estinzione di questi nostri cugini. Lo studio sulle incompatibilità di Rh tra Sapiens e Neanderthal è al centro del saggio “Rapid change in red cell blood group systems after the main Out of Africa of Homo sapiens” firmato da
Stéphane Mazières, Silvana Condemi, Wassim El Nemer e Jacques Chiaroni

Il sistema Rh: una chiave genetica e biologica

Il sistema Rh (Rhesus) è una classificazione del sangue basata sulla presenza o assenza della proteina Rh sulla superficie dei globuli rossi. Questa proteina è codificata da un insieme di geni (RHD e RHCE) che determinano il gruppo Rh positivo o Rh negativo. La maggior parte degli esseri umani moderni è Rh positiva, ma una minoranza significativa è Rh negativa, un tratto presente con frequenze diverse nelle popolazioni globali:

  • Africa subsahariana: quasi il 100% della popolazione è Rh positiva.
  • Europa: circa il 16% è Rh negativo.
  • Asia e Medio Oriente: prevalenza inferiore al 10% di individui Rh negativi.

Cos’è l’incompatibilità Rh?

L’incompatibilità Rh si verifica quando una madre Rh negativa porta in grembo un feto Rh positivo. Durante la gravidanza o il parto, il sangue del feto può entrare in contatto con il sangue materno, scatenando una risposta immunitaria. Il sistema immunitario della madre produce anticorpi contro i globuli rossi del feto, portando alla malattia emolitica del neonato (MEN). Questa condizione può causare:

  • Ittero neonatale (aumento della bilirubina nel sangue);
  • Grave anemia;
  • Danni cerebrali irreversibili (kernittero);
  • Morte fetale o neonatale.

Oggi, l’incompatibilità Rh è prevenuta grazie alla somministrazione di immunoglobuline anti-D, che bloccano la risposta immunitaria materna. Tuttavia, 100.000 anni fa, tali conoscenze erano ovviamente inesistenti, e gli effetti negativi di questa condizione avrebbero avuto conseguenze devastanti.

La scoperta di Mazières: genetica evolutiva e variazioni Rh

Lo studio di Stéphane Mazières, Silvana Condemi, Wassim El Nemer e Jacques Chiaroni si concentra sull’analisi delle varianti genetiche legate al sistema Rh in Homo sapiens, Neanderthal e Denisova. Le principali conclusioni includono:

  1. Origine e diffusione delle varianti Rh:
    • Le varianti Rh moderne derivano dagli antenati di Homo sapiens, che le svilupparono poco dopo la migrazione fuori dall’Africa, circa 70.000-50.000 anni fa.
    • L’evoluzione delle varianti Rh sembra essere avvenuta prevalentemente sull’altopiano persiano, un’area che è stata un importante crocevia per le popolazioni umane.
  2. Varianti Rh nei Neanderthal e nei Denisova:
    • I Neanderthal avevano varianti Rh meno diversificate rispetto a Homo sapiens, compatibili tra loro e rimaste invariate negli ultimi 80.000 anni della loro esistenza.
    • Questa mancanza di diversità potrebbe essere il risultato di consanguineità dovuta a piccole dimensioni di popolazione e isolamento geografico.
  3. Impatto delle gravidanze interspecie:
    • Quando una femmina di Neanderthal si accoppiava con un maschio di Homo sapiens o Denisova, il rischio di incompatibilità Rh era elevato.
    • La malattia emolitica del neonato avrebbe causato alti tassi di mortalità infantile, riducendo ulteriormente il tasso di natalità dei Neanderthal.

Una prospettiva demografica e ambientale

La ricerca suggerisce che le differenze nelle varianti Rh riflettano cambiamenti nelle dimensioni e nelle dinamiche delle popolazioni. In particolare:

  • Homo sapiens: L’elevata diversità genetica è attribuibile a una rapida espansione demografica e alla colonizzazione di nuovi ambienti, che hanno favorito la selezione di varianti Rh adattive.
  • Neanderthal: La mancanza di diversità genetica indica popolazioni piccole e isolate, più vulnerabili agli effetti della consanguineità e dell’incompatibilità Rh.

Un enigma ancora aperto

Mentre l’ipotesi di Mazières offre una spiegazione intrigante per l’estinzione dei Neanderthal, rimangono domande irrisolte:

  1. Perché i globuli rossi di Homo sapiens si sono diversificati così rapidamente?
    • Una possibile spiegazione è che nuovi ambienti abbiano esercitato pressioni selettive sui geni Rh, favorendo varianti che offrivano vantaggi adattativi.
  2. Qual è stato il peso dell’incompatibilità Rh rispetto ad altri fattori?
    • La competizione con Homo sapiens, il cambiamento climatico e le epidemie potrebbero aver avuto un impatto maggiore, rendendo l’incompatibilità Rh solo uno dei molti fattori contribuenti.

Neanderthal: Chi erano e perché si chiamano così?

Il nome “Neanderthal” deriva dalla valle di Neander (Neanderthal in tedesco antico), situata vicino a Düsseldorf, in Germania, dove nel 1856 furono scoperti i primi resti fossili di questa specie umana arcaica. La denominazione è quindi un omaggio al luogo della scoperta.

I Neanderthal (Homo neanderthalensis) erano una specie umana distinta, vissuta tra circa 400.000 e 40.000 anni fa, diffusa principalmente in Europa, nel Vicino Oriente e in Asia centrale. Erano cugini stretti dell’Homo sapiens, condividendo con noi un antenato comune vissuto circa 600.000 anni fa.


Caratteristiche fisiche

I Neanderthal presentavano tratti fisici distintivi, adattati a climi freddi:

  • Struttura corporea: Erano più bassi e robusti rispetto a noi, con arti corti e una muscolatura potente. Questa corporatura li rendeva particolarmente adatti alla sopravvivenza nei climi glaciali dell’Europa preistorica.
  • Cranio e volto: Avevano un cranio allungato, una fronte bassa e prominente, e un caratteristico arco sopraccigliare pronunciato. Il loro naso era largo, probabilmente per riscaldare e umidificare l’aria fredda prima che raggiungesse i polmoni.
  • Capacità cranica: Il loro cervello era in media leggermente più grande del nostro, ma la struttura suggerisce differenze nel funzionamento cognitivo.

Cultura e stile di vita

I Neanderthal non erano “primitivi” come a lungo si è creduto, ma dimostravano capacità complesse:

  • Tecnologia: Producevano strumenti litici sofisticati, appartenenti alla cultura musteriana. Utilizzavano anche utensili in osso e corna e talvolta combinavano materiali diversi.
  • Abbigliamento e ripari: Cacciavano grandi animali, come mammut e rinoceronti lanosi, e probabilmente si vestivano con pelli. Costruivano ripari semplici, utilizzando rocce e ossa.
  • Arte e simbolismo: Recenti scoperte dimostrano che erano capaci di espressioni simboliche, come l’uso di pigmenti e incisioni su pietra. Alcune grotte presentano tracce di strutture rituali e sepolture intenzionali, suggerendo una primitiva forma di spiritualità.
  • Dieta: La loro alimentazione era variegata: prevalentemente carnivora, ma arricchita da frutti, semi e radici. In alcuni siti sono stati trovati residui di piante cotte.

Parenti stretti: Il legame con l’Homo sapiens

Circa 60.000 anni fa, i Neanderthal e i Sapiens si incontrarono in Europa e Asia. Questo incontro portò a un’interazione genetica significativa. Studi di genomica hanno dimostrato che il DNA dei Neanderthal è ancora presente nel genoma degli esseri umani moderni:

  • Percentuale di DNA condiviso: Tutti gli esseri umani non africani hanno tra l’1% e il 2% del loro DNA derivato dai Neanderthal.
  • Impatto genetico: Questi frammenti di DNA influenzano oggi diversi aspetti della nostra biologia, tra cui il sistema immunitario, il metabolismo dei lipidi e persino la predisposizione a determinate malattie.
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