Grazie alla collaborazione con le Università “Orientale” e del Molise, sono già emersi nuovi importanti dati che documentano la probabile presenza di una villa romana, i cui resti sono stati riutilizzati in parte per la realizzazione delle ‘Grotte a finte rovine’ del giardino ottocentesco (1817-1819) progettate dall’architetto Antonio Niccolini
Il nome della città è di origine veneziana e compare per la prima volta nella vita di Ottone di Bamberga (civitas ducis Camina in Herbord, in Eba castrum magnum Gamin o in urbe Games ). La bolla del 14 ottobre 1140 per il vescovado della Pomerania afferma Chamin cum taberna et foro . Nella bolla di protezione del 25 febbraio 1188 si scriveva apud civitatem Camyn . Infine, nel XIII secolo, venne istituita la forma Camin. Fondamentalmente con il termine camin -camino - indicavano un'unità abitativa.
Lavori all'interno impediscono quest'anno di vedere la croce di luce. nella chiesa. Chi volesse potrà comunque posizionarsi all'esterno dell'edificio romanico, dietro l'abside, per ammirare intorno alle ore 17-17,30 e se le condizioni atmosferiche lo permetteranno questo evento di sempre grande suggestione.
Il reperto sarà studiato per capire a chi si riferisse questo simbolo araldico. L'oggetto, dopo l'analisi tecnica, è stato restituito a chi l'ha trovato.
Lo scavo ha anche prodotto centinaia di piatti rotti in argilla e vetro, un impressionante anello con montatura per pietra preziosa. Gli scavi furono compiuti in previsione della rivolta. Giungevano sotto le case
Lo strano deposito si presentava come una sorta di guscio di tartaruga metallico, sepolto a una profondità relativamente esigua sotto un terreno piatto, come possiamo vedere chiaramente nell'immagine qui sopra. La terra è stata asportata con estrema cautela.
La tomba, lunga 25 metri e composta da una camera funeraria centrale e da una camera posteriore, di dimensioni inferiori, venne realizzata sul terrazzamento di un villaggio, utilizzando conci in pietra. L'accesso si trova alla fine di un corridoio in discesa lungo 17 metri
Il lavoro di ricerca, iniziato in febbraio, si protrarrà fino al mese di giugno 2024, su indicazione dello Stato. Lo scavo viene realizzato in previsione di interventi di abbellimento del centro storico
La villa prosperò verosimilmente grazie alle risorse del mare, in particolare con la pesca e l’allevamento di pesci, come sembra indicare peraltro il ritrovamento di pesi di terracotta per le reti. Le imponenti strutture murarie, realizzate in pietra del Carso e di Aurisina e il lussuoso arredo delle stanze, decorate da affreschi e mosaici, testimoniano allo stesso tempo le elevate possibilità economiche dei proprietari.
Dopo aver ottenuto le opportune approvazioni dall'Ufficio Provinciale Tutela Monumenti e dai proprietari terrieri, fissiamo una data e partiamo in gruppo per cercare...