La testa insieme ad altri reperti provenienti dagli scavi saranno esposti dal 28 febbraio. Il sito medievale in cui si costruivano navi ha rivelato, in profondità, un insediamento romano probabilmente collegato alla stessa attività
Probabilmente si tratta di un lacerto di un'opera italiana, dotato comunque di una propria autonomia espressiva. L'olio è di 46 x 37 centimetri.
Nel complesso, lo sviluppo degli adesivi e il loro utilizzo nella produzione di utensili è considerato una delle migliori prove materiali dell’evoluzione culturale e delle capacità cognitive dei primi esseri umani
L'urna è composta da una parte frontale che presenta un’iscrizione, riferibile alla gens Apinia, posta all’interno di una cornice modanata, e da due lati, uno dei quali integro, che riportano una decorazione con Eroti alati con in mano rispettivamente una fiaccola rovesciata e un fiore di papavero, simboli del sonno eterno. Il lato posteriore è solo sbozzato e parzialmente rovinato e sfaldato, probabilmente a causa della giacitura nell’acqua per un lungo periodo.
E' divisa in nove celle quadrate, simili per dimensioni e volume. I lati dell'oggetto, scoperto negli scavi lungo la strada a gradini della città, in uno strato di rovine annerite, e sembra essere stato bruciata durante la rivolta
“La scatola era incastonata nel muro, incuneata tra le pietre” – il proprietario 63enne dell'edificio.. Pochi giorni dopo, “hanno trovato sopra una trave quella che doveva essere una borsa con un secondo lotto di monete”, continua
Il detectorista, nella terra fangosa, ha portato alla luce questo reperto di bronzo smaltato in un riquadro, che, complessivamente, visto da lontano doveva assumere l'immagine di una figura antropomorfa femminile. L'oggetto aveva però una funzione pratica precisa
L'oggetto prezioso, a nostro giudizio, potrebbe avere anche origini romane ed essere retrodatato, rispetto alla valutazione dei colleghi. Esso presenterebbe - grazie alla presenza della pietra rossa - le caratteristiche che lo assimilano a un anello matrimoniale romano.
I materiali di questo deposito potranno essere acquisiti da un museo della zona. Indagini di laboratorio potrebbero permettere di scoprire anche l'area da cui fu estratto il rame e il luogo di lavorazione. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che esistevano, anche a quell'epoca, commerci a vasto raggio
Le culture archeologiche studiate dai ricercatori risalgono a periodi in cui gli esseri umani erano sul punto di sviluppare l’agricoltura. Studi recenti hanno considerato che le attività di modificazione dell’habitat come quelle documentate nelle zone umide di Shubayqa, nella Giordania orientale, potrebbero essere state un fattore importante in questo processo