La tomba monumentale, risalente al III secolo d. C., era stata trovata da un diplomatico inglese e poi risepolta in attesa di organizzare il recupero. A riprova della qualità dell'opera il Sir inglese aveva portato con sé la splendida testa infantile
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Madonna del Granduca di Raffaello. Le figure erano circondate da un paesaggio che fu coperto di nero
Dal mutamento dell'inquadratura, rilevata dalle discrepanze tra disegno e opera finita, alla cancellazione del fondo paesaggistico, molto probabilmente compiuto dopo la morte del pittore - forse in epoca barocca - per evitare elementi di "distrazione" del fruitore, chiamato a concentrarsi esclusivamente sulle due figure
Per accedere a monumenti, musei, gallerie, parchi, giardini monumentali dello Stato non sarà più richiesto il possesso del green pass rafforzato, né di quello base. È raccomandato l’uso della mascherina.
L'esemplare, una spada a una mano con elsa a bracci diritti e pomo a disco decorato a niello databile al XIII secolo, è di particolare interesse per rarità e fattura - come ha spiegato la storica dell'arte Angela Borzacconi - ed è stata oggetto di un accurato restauro sostenuto e diretto dalla Soprintendenza ed effettuato da una ditta specializzata di Padova.
La testa appena scoperta potrebbe appartenere a una statua acefala conosciuta come "Eracle di Antikythera", che fu recuperata più di 100 anni fa. I ricercatori hanno anche portato alla luce un plinto di marmo con la parte inferiore delle gambe di una statua, due denti umani e diversi pezzi di equipaggiamento della nave.
La mostra da ottobre a Palazzo Ducale. Rubens soggiornò in diverse occasioni a Genova tra il 1600 e il 1607, visitandola anche al seguito del Duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga, presso cui ricopriva il ruolo di pittore di corte. Ebbe così modo di intrattenere rapporti diretti e in alcuni casi molto stretti con i più ricchi e influenti aristocratici dell’oligarchia cittadina.
Incentrata sul nucleo dei gessi canoviani conservati al MUSA, museo dell’Accademia di Perugia – tra i quali Le tre Grazie, donate dallo stesso scultore nel 1822 – l’esposizione valorizza il contesto artistico e culturale entro cui queste opere si inserirono, raccontando un’Umbria inscritta in più ampie dinamiche e in una vivace rete di relazioni.
Alle Gallerie d'Italia di Milano le opere del fotografo artista Schaller, frutto di un progetto di ricerca che lo ha portato, nel corso di molti anni e di molti viaggi, a visitare decine di musei, fondazioni, collezioni private e a immortalare le tavolozze che grandi protagonisti della pittura dell’Ottocento e del Novecento usavano per realizzare i loro dipinti