Il santuario è stato utilizzato principalmente dai soldati. Questo può essere provato dai numerosi timbri di origine militare sulle tegole. Inoltre, sono state trovate molte parti di finimenti per cavalli, parti di armature e, ad esempio, punte di lancia e lance. Decine di pietre votive furono erette da alti ufficiali dell'esercito romano. Hanno ringraziato un dio o una dea per aver soddisfatto il loro desiderio. Forse questo desiderio non era nemmeno quello di vincere una battaglia, ma di sopravvivere a un soggiorno in queste regioni settentrionali, lontano da casa. Motivo sufficiente per ringraziare.
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Dal 21 giugno al 25 settembre 2022 la Pinacoteca di Brera presenta “Caravaggio”, nono Dialogo che accosta due capolavori assoluti del genio lombardo come La cena in Emmaus della Pinacoteca di Brera e il Davide con la testa di Golia proveniente dalla Galleria Borghese di Roma
L'appuntamento espositivo svizzero mostra che Picasso si occupò di El Greco in modo più intenso e per un periodo più lungo di quanto si pensasse: questo è altrettanto evidente nei dipinti cubisti di Picasso come nelle sue opere degli anni '30 e '40, ma anche alla fine della sua vita, Picasso si riferiva ancora al vecchio maestro
Fu sepolta con una ciotola di vetro verde chiaro, decorata, che si pensa sia stata realizzata intorno all'inizio del V secolo, quindi avrebbe potuto essere un cimelio di epoca romana. Altri oggetti funerari includevano anelli multipli in lega di rame, un anello "zoomorfo" d'argento, spille, dischi, accessori per cinture di ferro e oggetti in avorio
La parte scultorea è stata recuperata in Sardegna. Un militare ha poi cercato da dove provenisse quel frammento e ha individuato l'opera di riferimento, conservata alle Terme di Diocleziano
La grande tela, che ritrae la regina con i simboli della casa d’Asburgo, tipici dei ritratti ufficiali, consente di apprezzare la maestria dell’ultimo Velázquez e fornisce un’occasione per approfondire uno dei protagonisti indiscussi della pittura europea – anche grazie al dialogo con le opere della collezione del museo.
La Casa di Cerere (Regio I, Insula IX), scavata per la prima volta tra il 1951 ed il 1953, deve il nome al rinvenimento di un busto in terracotta della dea Cerere, divinità della terra e della fertilità, nume tutelare dei raccolti, in uno dei cubicoli (stanze da letto) aperti sull’atrio, e probabilmente parte dell’arredo un piccolo luogo di culto domestico.
L'avvistamento, sui fondali trapanesi, è stato verificato e per l'area è stato richiesta un'ordinanza di regolamentazione dell'accesso al sito subacqueo