A qualche spanna dalla superficie del campo, in un’area piatta, c’è la parte superiore del tesoretto. Un accumulo di pezzi preziosi, d’argento – a quell’epoca questo metallo aveva un valore notevole – che qualcuno dovette abbandonare qui, senza condividere il proprio segreto con i familiari. E, sotto, altre monete.
Poche cose catturano l’immaginazione come il ritrovamento di tesori nascosti. Un annuncio delle ore scorse compiuto da Minelab Metal Detectors ha portato alla luce una scoperta straordinaria: un tesoro di monete romane imperiali scoperto a Dolj, in Romania. Questo ritrovamento, effettuato da un appassionato fruitore di metal detector, Daniel, noto come “Spartanu”, rappresenta un’importante finestra sulla storia romana della regione.
La scoperta e il ritrovamento
Daniel, utilizzando il Minelab, ha individuato un tesoro composto da 1.168 monete romane imperiali databili tra il I e il III secolo d.C. Il tesoro, con un peso complessivo di 5 chilogrammi di argento, si distingue non solo per la quantità ma anche per la varietà delle monete, che coprono diversi periodi dell’Impero Romano. Questi reperti offrono un prezioso spaccato delle dinamiche economiche e politiche dell’epoca. Nella buca si mischia terreno di accumulo pluviale con sabbie che indicano la presenza non distante di corsi d’acqua.
Dolj: un crocevia di civiltà
La regione di Dolj, situata nel sud-ovest della Romania, ha una ricca storia che risale all’antichità. Durante il periodo romano, l’area faceva parte della provincia della Dacia, conquistata dall’imperatore Traiano nel 106 d.C. La Dacia era strategicamente importante per l’Impero Romano per la sua ricchezza in risorse naturali, tra cui l’oro e l’argento, e per la sua posizione geografica che permetteva di controllare i movimenti lungo il Danubio.
Nel territorio dell’attuale distretto di Dolj, sono state rinvenute significative tracce della presenza romana. Un sito di particolare interesse è Aquae, identificato con l’odierna località di Cioroiul Nou. Questo insediamento romano era noto per le sue sorgenti termali, da cui deriva il nome “Aquae”. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce resti di strutture termali e altri reperti che testimoniano l’importanza del sito in epoca romana.
Inoltre, sono stati scoperti nel distretto di Dolj rilievi votivi dedicati ai Cavalieri Danubiani, una divinità sincretica venerata nelle province danubiane dell’Impero Romano. Uno di questi rilievi è stato rinvenuto proprio ad Aquae (Cioroiul Nou), indicando la diffusione di questo culto nella regione.
Il ritrovamento delle monete a Dolj suggerisce la possibile presenza di una stazione di scambio o di un insediamento romano, contribuendo a ridefinire la mappa storica della regione. Gli archeologi ora dovranno svolgere un sopralluogo, possibilmente con l’uso di strumentazioni elettroniche per la scansione del sottosuolo. Normalmente questi tesori non venivano nascosti in luoghi troppo lontani dai centri abitati e dalle residenze.
Perché un tesoro poteva contenere monete di più secoli?
La presenza di monete di diversi secoli in un unico tesoro non è insolita e può essere spiegata da vari fattori. Innanzitutto, le monete in metallo prezioso come l’argento e l’oro avevano un valore intrinseco che andava oltre il loro valore nominale. Di conseguenza, queste monete continuavano a circolare ben oltre il periodo in cui erano state coniate.
Un’altra spiegazione risiede nella pratica del risparmio e dell’accumulo di ricchezza. Le persone tendevano a conservare monete preziose per lunghi periodi, aggiungendo nuove monete al tesoro man mano che le ricevevano, senza necessariamente spendere le più vecchie. Questo portava alla formazione di accumuli di monete. Quindi è possibile che i depositi si accumulassero anche lungo l’arco ereditario. Un’altra spiegazione è legata ad attività di cambiavalute che ritiravano le monete vecchie, in cambio di quelle nuove, che avevano un minor valore intrinseco e un valore nominale maggiore.
Durante periodi di instabilità politica o economica, le monete più antiche, spesso considerate più affidabili, venivano conservate e utilizzate come riserva di valore. Questo è particolarmente vero in tempi di crisi, quando le monete più recenti potevano essere svalutate o soggette a inflazione.
Infine, i tesori potevano essere nascosti in risposta a minacce imminenti, come invasioni o saccheggi, e rimanere sepolti per secoli prima di essere recuperati. Questo spiega come un tesoro possa contenere monete di diversi periodi storici, riflettendo le vicissitudini e le precauzioni di coloro che lo avevano nascosto.
La tecnologia dietro la scoperta
Questi strumenti sono progettati per rilevare oggetti metallici a profondità, con precisione straordinaria. Ecco cos’è cambiato, negli ultimi tempi. Oltre a fornire con estrema precisione l’indicazione dei diversi tipi di metalli sono in grado di stabilire la profondità e le dimensioni dell’oggetto in cui il metal detector si è imbattuto, dalla superficie.
Ricordiamo ai nostri lettori che la legislazione sulle ricerche di materiali antichi è molto diversa, in tutta Europa. L’Italia è uno dei Paesi più restrittivi in tal senso.