Come leggere questa presenza leggiadra in un luogo di distruzione. L'artista britannico risponde spesso alla violenza con immagini che invitano alla speranza e che risollevano i cuori
Leggi tutto Banksy, dipinto poetico sulle rovine di un grattacielo bombardato nella regione di Kiev. Il significato7 anni di impegno per un totale di oltre 20mila ore di lavoro e 25 persone occupate nell'impresa, a vario titolo: sono questi i numeri che stanno dietro al restauro del grande arazzo quattrocentesco (quasi 4 metri di altezza e 5 di larghezza) conservato al Museo Nazionale del Bargello e restaurato dall’Opificio delle Pietre Dure.
Leggi tutto Concluso il restauro del grande arazzo della Battaglia di Roncisvalle. Prima e dopo. La sequenzaUno studio recentissimo rende conto dei contenuti degli oggetti simili a grosse trottole. Sigillati da resine, alcuni di questi contenitori presentano una miscela che non è polvere da sparo. Un'evoluzione del "fuoco greco"?
Leggi tutto I musulmani attaccarono i crociati con “bombe a mano”. Trovato materiale infiammabile nei vasi a pignaFondamentali nell'ambito del percorso dell'arte della denuncia, I disastri della guerra (Los desastres de la guerra) è l'insieme di 82 incisioni, realizzate da Francisco Goya, in un periodo compreso tra il 1810 al 1820. Egli non sembra agire tanto sul piano del presente - per quanto divise e abiti siano contestualizzati temporalmente - ma in una dimensione che allude allo stolido, eterno ritorno del male, originato da dinamiche che l'umanità, incapace di guardare alle devastazioni del passato, riproduce regolarmente fin dalla notte dei tempi. Le opere raffigurano vari episodi di barbarie (uccisioni, massacri, stupri) ambientati durante il periodo della guerra d'indipendenza spagnola, frutto del sonno della ragione
Leggi tutto Goya, i disastri della guerra. Gli orrori incisi. E un’umanità che non impara del passato. Le operePaesaggi, aerei, visioni dall’alto a volte dilatate, distorte o addirittura capovolte: questo si ritrova nelle opere di Aeropittura che con sintesi ed essenzialità hanno esaltato la velocità, il movimento e la simultaneità del volo come atto fisico e come stato d’animo. Questa specificazione futurista ha visto la sua consacrazione nel 1931 con un manifesto dedicato a firma di Balla, Depero, Dottori, Benedetta, Fillia, Somenzi e Tato, ma già dalla metà degli anni Venti aveva iniziato a diffondersi tra alcuni pittori futuristi
Leggi tutto Aeropittura futurista. Artiste e artisti del primo Novecento in volo pittorico al Labirinto della Masone Tra i guerrieri di terracotta appena portati alla luce - in perfette condizioni - ci sono una figura di generale e una figura di ufficiale dell'esercito di medio rango. Il ritrovamento nella Fossa 1, dove gli archeologi pensano di trovare altre 6000
statue
Leggi tutto Altri 20 guerrieri di terracotta portati alla luce nelle scorse ore nei pressi della tomba dell’imperatoreIl Bacio di Hayez, icona risorgimentale ed emittente di significati sentimentali e patriottici. Osservando le quattro versioni è possibile leggere l’alleanza con la Francia e il nuovo corso del 1861. Proviamo allora a giocare con i colori
Leggi tutto Il Bacio di Hayez, un apostrofo tricolore fra le parole t’amo. Ché l’armata se ne va Le indagini sono raccolte nel volume, fresco di stampa, intitolato "La Sala Grande di Palazzo Vecchio e la Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. Dalla configurazione architettonica all'apparato decorativo", pubblicato dalla casa editrice fiorentina Olschki nella collana 'Biblioteca Leonardiana. Studi e Documenti', a cura di Roberta Barsanti, Gianluca Belli, Emanuela Ferretti e Cecilia Frosinini. Ma anni fa, due studiosi di vaglia - De Toni e Manescalchi - erano già giunti a questa conclusione, spiegando i motivi del fraintendimento sul lavoro svolto da Leonardo a Palazzo Vecchio. Per noi ricostruisce la vicenda lo stesso Roberto Manescalchi
Leggi tutto LEONARDO IN TV | “Leonardo non dipinse la battaglia d’Anghiari”. Perchè? Ricerche convergono sulla tesi De Toni-Manescalchi Le indagini sono raccolte nel volume, fresco di stampa, intitolato "La Sala Grande di Palazzo Vecchio e la Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. Dalla configurazione architettonica all'apparato decorativo", pubblicato dalla casa editrice fiorentina Olschki nella collana 'Biblioteca Leonardiana. Studi e Documenti', a cura di Roberta Barsanti, Gianluca Belli, Emanuela Ferretti e Cecilia Frosinini. Ma anni fa, due studiosi di vaglia - De Toni e Manescalchi - erano già giunti a questa conclusione, spiegando i motivi del fraintendimento sul lavoro svolto da Leonardo a Palazzo Vecchio. Per noi ricostruisce la vicenda lo stesso Roberto Manescalchi
Leggi tutto "Leonardo non dipinse la battaglia d'Anghiari". Perchè? Ricerche convergono sulla tesi De Toni-ManescalchiSi fa strada in Fattori, dopo l’entusiasmo iniziale, e si accentuerà soprattutto negli ultimi anni di vita, una trasformazione, un sentimento di sconforto e sfiducia negli ideali risorgimentali che lo porta ben presto a considerare la guerra con amarezza, come un sacrificio dovuto, un’avversità della vita a cui semplicemente dover far fronte
Leggi tutto Le battaglie di Fattori, l’antieroe e l’inutilità di costruire l’Italia con il sangue