Il ritratto nell’arte

Van Gogh, 16 autoritratti. Cambiano stile e volto, seguendo dolore e disturbi psichici del pittore

Tra le opere due autoritratti di Vincent van Gogh, che non si vedevano insieme da quando aveva lasciato il laboratorio dell'artista nel manicomio Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence, nel sud della Francia, sono stati riuniti per la prima volta in oltre 130 anni alla Courtauld Gallery
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Com’era il volto di Vivaldi? Un possibile ritratto indicato in un affresco di Tiepolo realizzato dove il musicista lavorava

Federico Maria Sardelli (Livorno, 1963), membro del comitato scientifico dell’Istituto italiano Antonio Vivaldi e responsabile del Catalogo Vivaldiano risponde con un libro, edito da Sellerio, in cui ripercorre il rapporto tra le fonti figurative e la fisionomia del "prete rosso". Forse il ritratto può vicino alle fonti testimoniali sta nella chiesa di santa Maria della Pietà
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La sorellina della Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer. Sosia o stessa modella?

Le somiglianze tra le due modelle di Vermeer sono notevoli. Era la stessa giovane donna? Era una sua sorella, magari impegnata nella stessa casa con mansoni di servizio? E' difficile poterlo dire, anche se gli elementi somatici sono molto convergenti verso uno stesso ceppo. A questo può aver contribuito l'invarianza degli elementi strutturali cioè il modo in cui il pittore reitera nel tempo, ad esempio, la costruzione di un volto. Ma qui gli elementi di convergenza sono numerosi, al punto che le lievi discrepanze parrebbero frutto di una lieve variante fraterna dello stesso corredo genetico. O, altro caso, la modella è sempre la stessa. Con qualche lieve variante. Nessuno, probabilmente, potrà mai stabilirlo. Non ci resta che far lavorare la nostra capacità analitica, come in un rebus Johannes Vermeer (Dutch, Delft 1632–1675 Delft) Study of a Young Woman, ca. 1665–67 Oil on canvas; 17 1/2 x 15 3/4 in. (44.5 x 40 cm) The Metropolitan Museum of Art, New York, Gift of Mr. and Mrs. Charles Wrightsman, in memory of Theodore Rousseau Jr., 1979 (1979.396.1) http://www.metmuseum.org/Collections/search-the-collections/437879
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Un amore senza fine. L’artista Alf racconta e dipinge se stessa e il padre, che non c’è più. Un ciclo pittorico su carta

La pittrice racconta tra le pieghe questa opera. L'amore per il padre, La prima scatola di colori,. Le piante aromatiche. Le estati lontane. E tutto ciò che ha costituito un rapporto speciale, che non si interrompe. Anche grazie alla pittura
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Frida Kahlo: “Ho sempre in testa mio marito Diego” E lo dipinse sulla propria fronte. All’asta mitico autoritratto

Perchè questa immagine? Cos'era accaduto? L'opera contiene l'immagine surrealista dei coniugi. L'olio è destinato a superare i 30 milioni di dollari all'asta newyorkese di novembre
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“Il vero volto di Dante Alighieri”. Questo quadro deriva dall’identikit preciso che ne fece Boccaccio

Il risultato del dipinto conservato a Orvieto - e oggetto di una mostra - è in linea con una delle tipologie di volti che permangono, a livello genetico, nella gamma fisionomica italiana. Altri ritratti tendono invece a un'accentuazione simbolica e sintetica di alcuni particolari del volto stesso, trasfigurandolo in una dimensione unica e leggendaria
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Il mistero della giovane vedova dipinta da Correggio. Abito, piante e lutto

Come si può accordare uno scapolare da terziaria francescana - dipinto nel suo bruno, dimesso colore - con le spalle nude, giovani e invitanti di questa donna, da poco colpita da un gravissimo lutto? Siamo chiamati ad essere testimoni di un momento cruciale della vita dell’effigiata, perfettamente colto da Antonio Allegri detto il Correggio (1489-1534). E’ proprio l’individuazione di una sequenza di eventi ravvicinati, tutti presenti, contemporaneamente, sulla superficie dello stesso quadro, che consente di comprendere, nella totale coerenza degli indici simbolici, il significato articolato dell’intenso ritratto
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Grafemi sulla fronte della Gioconda. L’analisi delle immagini dopo l’individuazione dei fori da spolvero

Abbiamo, a livello di Stile arte, analizzato le immagini del francese Cotte che offrono sia l'azione dello spolvero - il disegno veniva riportato su un foglio o su un cartoncino che veniva forato con un chiodo lungo le linee del disegno stesso e trasferito con la punta o con una spolverata di carboncino sull'imprimitura della tavola sottostante - che grafemi di grande interesse, che avevamo già rilevato - nella tipologia, diffusi in tutto il dipinto - con la lettura di analisi all'infrarosso, radiografie e spettografie. Lo scritto è composto sia da caratteri numerici che alfabetici.
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Caravaggio punì se stesso. Dopo l’omicidio si dipinse sia come Davide e che come Golia. Vittima-carnefice

Bellori (1672) non si cura dei lineamenti di David e indica come autoritratto solo la testa di Golia. "Se Manilli avesse guardato con più attenzione l’autoritratto del pittore che compare nel Martirio di San Matteo in San Luigi dei Francesi, sulla sinistra - scrive Claudia Renzi - "avrebbe notato che, barba a parte, Caravaggio ritrasse sé stesso nel David. Perché? Perché il giovane guarda la sua vittima con aria dolente, con l’aria di chi sa che il male a volte si commette senza intenzione. L’artista si è dunque autoritratto come vittima e come carnefice, sdoppiando due lati della sua anima".
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